Andrea Regazzoni, vince, convince e spara a zero sui vertici federali: tagliato il traguardo della prova unica per l'assegnazione degli italiani lunga distanza, il mezzofondista orobico ha detto la sua in merito alle convocazioni per gli ultimi Europei e Mondiali di corsa in montagna: a tali appuntamenti, secondo Regazzoni, non andrebbero i più forti, bensi quanti sono avvantaggiati da dinamiche che inquinano i rapporti tra dirigenti e tecnici. Tornando alla cronaca di gara, sui 25 km del tracciato che si snodavano nella zona dell’Argentario tra Martignano e Civezzano, Regazzoni è partito cauto, lasciando a Molinari, l’atleta di casa ex iridato, l’incarico di fare il ritmo. Sui primi 10 km, caratterizzati principalmente da salita, Molinari ha staccato gli inseguitori (Wyatt, Regazzoni, Manzi, Rinaldi) ed e andato a prendersi il Gran Premio della Montagna (con 40 “ di vantaggio), riservato al primo atleta che transitava sul Calisio (al sesto km, alla fine della salita piu lunga del tracciato). Ma l’abbondante discesa che caratterizza la seconda parte del tracciato (dal Calisio fino al Loch, ma soprattutto dal Pian del Gac in poi) ha privilegiato la freschezza di Regazzoni, che ha superato l’idolo locale, campione iridiato a Telfes nel 1996 (al Lago di S. Colomba, al 13 km, transitava ancora in testa). Regazzoni, che chiude in 1h36’'23, ha alle spalle due quinti posti tricolori, rispettivamente sui 5000m in pista nel 2003 e sui cross nel 2005, e punta ora, dopo un inverno travagliato da infortuni, alla corsa in montagna, specialità in cui già lo scorso anno è stato dodicesimo a livello iridato. A pochi km dall’arrivo Molinari e stato superato anche dal forestale Emanuele Manzi (1h38’56”), azzurro la settimana scorsa a Crans Montana, secondo in Coppa del Mondo nel 2001. L’atleta di Civezzano è infine terzo (1h39'15), e va a prendersi il titolo italiano Master A. Erano infatti ben otto i titoli italiani in palio: promesse/senior/master 1/master2 maschile e femminile. Sempre tra gli uomini, quarto Rinaldi (1h40’47), quinto Jonathan Wyatt (1h41’13), che giusto domenica scorsa si è laureato campione mondiale a Crans Montana (in Svizzera) e oggi ha patito i residui della gara iridata nelle gambe. Il forte neozelandese corre da quest’anno con la societa organizzatrice, l’Atl. Trento cmb. Al femminile, commovente vittoria di Mariagrazia Roberti (1h59’55) che all’arrivo fatica a trattenere la gioia: ha vestito nella sua carriera per ben 24 volte la maglia azzurra, ha vinto due titoli individuali (1997, 2006), 11 titoli a staffetta, ed è stata seconda agli Europei nel 1996. La Roberti parte cauta e lascia che ad aprire le danze siano l’atleta locale Lorenza Beatrici, bronzo a staffetta con la Iachemet nel 2007 e nel 2008, e la neoazzurra Cristina Scolari. Dopo il Calisio inizia a prendere coraggio e fa la sua gara: taglia il traguardo con buon margine di vantaggio sulla Scolari (2h00’36), quest’anno quarta a Domodossola e azzurra agli Europei, e una splendida Lorenza Beatrici (2h02’36), della società organizzatrice. Piu staccata Francesca Iachemet, anche lei aquilotta, che ha fatto un grande recupero in discesa ma ha dovuto fermarsi per aver perso una lente, sesta Roberta Bottura: con questi piazzamenti le tre aquilotte vanno a prendersi la vittoria di societa’. Da segnalare le veterane dell’Atl. Trento cmb, vittoriose in passato di uno scudetto a squadre: Raffaella Bailoni, nona, Romana Verones, quindicesima, e Antonella Molinari, 19°: quest’ultima, cugina di Antonio e pure lei di Civezzano, é stata, negli anni ‘90, campionessa italiana, e più volte maglia azzurra, e ha ripreso a correre dopo 12 anni di stop tre mesi fa proprio in occasione di questa gara. (Foto Marica Martinelli)
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