martedì 22 luglio 2008

Dal Diario di Bordo di Aex Bellini


E cosi´ mi e´ stato impartito anche il battesimo dal Pacifico. Era inevitabile che prima o poi succedesse, che traversata sarebbe stata senza un capottamento? Benche´ ne fossi consapevole quando poi ci si trova con il mondo sottosopra non si e´ mai del tutto pronti e lo choc che ne segue e´ da rimanere paralizzati. Va detto, per tranquillizarvi, che un capottamento non e´ altro che un semplice capottamento. Per fare un paragone e´ come una caduta in bici che il piu´ delle volte non procura gravi conseguenze (ne parlerebbe diversamente Mick Dawson al quale, nel suo secondo o terzo tentativo di traversata del Pacifico dal Giappone agli Stati Uniti, il terzo giorno gli si rovescio´ la barca e non si raddrizzo´ piu´. Dovette richiedere soccorso) e neppure modifica lo stato di sicurezza in barca. Forse, se quella sera, prima di mettermi a dormire, avessi "letto" meglio il mare e le sue cattive intenzioni, mi sarei convinto di gettare l´ancora galleggiante per stabizzare la barca, ma per paura che questo mi procurasse una deriva troppo orientata a Nord (senza ancora e sfruttando il moto ondoso avrei avuto piu´ possibilita´ di proseguire verso Ovest) ho lasciato perdere e sperato nella buona sorte. Gia´ nel pomeriggio, mentre ero al carrello a remare, il mare stava prendendo forma e un paio di volte, in seguito a grosse ondate, ho dovuto mollare I remi per aggrapparmi alle barre laterali per non essere catapultato fuori. Le onde, a pochi secondi una dall´altra, si infrangevano violentemente sul fianco della barca esposto alla furia del vento e molto spesso l´acqua la riempiva fino al limite del bordo libero ( la parte delle fiancate sopra il livello dell´acqua) sommergendomi fino alla vita. In piu´ di un´occasione un´onda , colpendo la mia cabina, alzava letteralmente in aria la poppa tanto da poter scorgervi il timone per intero per poi farmi cadere pesantemente poco dopo con grossi boati. Il vento era cosi´ forte che poco prima di cena ero uscito per documentare la situazione con la telecamera e non mi era stato possibile parlare e neppure respirare. Ero divertito ma al tempo stesso molto suggestionato da tutta questa forza che un po´ di acqua ed un po´ di vento sapevano sprigionare. Dormire mi e´ subito parsa un´avventura impossibile. Da http://www.alexbellini.it/

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