Un riconoscimento importante, lo scorso fine settimana, è stato assegnato a Marco Confortola. Reduce dalla drammatica ascesa al K2 dello scorso luglio e in piena riabilitazione dopo l’intervento ai piedi, sabato l’alpinista di Valfurva è stato insignito della medaglia d’oro al merito sportivo dalla Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia. «La cosa mi ha inorgoglito e fatto oltremodo piacere – ci ha confidato lo stesso Marco al termine dell’ennesima seduta riabilitativa in palestra -. L’ho saputo una decina di giorni fa e sabato ho raggiunto Roma per ritirare di persona la medaglia in compagnia di un giornalista americano del New York Times che scriverà un libro su quella drammatica vicenda». La cerimonia, tenutasi presso il Salone d’Onore del Coni ha visto la presenza di numerosi atleti azzurri medagliati e ha riportato per l’ennesima volta sotto i riflettori la guida alpina di Valfurva: «Il fatto che sia stato scelto per questa onorificenza mi ha fatto capire che non tutti i giornalisti sono uguali. Ultimamente mi ero convinto che gran parte della categoria fosse solo interessato alla cronaca: mi avranno fatto cento telefonate per chiedermi dei piedi; se li avessi o meno salvati e di quante falangi mi avrebbero o meno amputate. Ma ben in pochi mi hanno chiesto o si sono chiesti il perché me li fossi congelati. Evidentemente le tragedie fanno molto più notizia e i vari retroscena interessano molto meno». Tolti alcuni sassolini dalle tasche e puntualizzato che l’amputazione completa delle falangi e tutti i mesi di terapia erano dovuti all’intervento di soccorso prestato a tre alpinisti in difficoltà - intervento effettuato senza il minimo rimpianto -, Confortola ha voluto voltare pagina: «Lentamente sto guarendo e il morale è in crescita. Ogni giorno mi sottopongo a dolorose sedute in palestra che però stanno dando i loro frutti. Le ferite si stanno progressivamente rimarginando e a breve mollerò le grucce». Guardando alle prossime tappe, ha proseguito: «I medici hanno detto che il prossimo step sarà ristabilire una giusta circolazione del sangue ispessire la pelle in modo da tornare a camminare senza troppi problemi. Ciò vuol dire che dovrò effettuare bagni con acqua a differente temperatura e poi lavorare con la sabbia di diversa macina; prima quella fine per arrivare alla ghiaia. Il tutto mi dovrebbe portare ad avere di nuovo una corretta sensibilità». Già perché nel mirino vi è ancor la montagna. Quella montagna che a Confortola ha regalato in egual misura gioie e dolori: «A Natale mi piacerebbe effettuare la consueta salita al Gran Zebrù. Di solito la facevo in solitaria, ma per quest’anno se dovessi trovare compagnia non sarebbe male… Sai anche solo per “batter traccia”». E per il prossimo anno? «Su quello non ho dubbi – ha concluso Il prossimo anno si riparte».
martedì 18 novembre 2008
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